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Recensione | La Fuoriuscita, lettura del romanzo di Giuseppe Lago

Aggiornamento: 14 dic 2019

Giuseppe Lago affronta nel romanzo La Fuoriuscita la questione, il più delle volte spinosa, della psichiatria e pare introdursi bene in quella che è la tradizione della letteratura e medicina. Non a caso la tradizione vanta un ventaglio importante di autori che hanno avuto contatti con la psichiatria e il così definito “igiene mentale”, sia come psichiatri sia come letterati che, per ragioni filosofiche o esistenziali, si sono avvicinati a tale ambito.


L’autore del romanzo che proponiamo sembra quindi calarsi in quella schiera della letteratura contemporanea che va da Mario Tobino sino a Franco Basaglia, passando per Cechov sino a Céline. Tanti sono infatti gli autori medici che hanno svolto un ruolo importante nel panorama della letteratura contemporanea e hanno contribuito a creare dibattiti e a fornire innumerevoli domande. È sufficiente pensare a questo proposito la questione attorno alla chiusura dei manicomi, ma anche relativa alle terapie e soprattutto alla capacità di “guarigione” da parte della psichiatria.


Serve davvero? È utile? Ma soprattutto adotta mezzi umani per giungere alla risoluzione del problema? D'altronde attorno alla psichiatria e alla psicanalisi, attorno a quella disciplina non sempre compresa, pagine di letteratura, narrativa e poesia si sono sommate nel corso del tempo e tanti sono i personaggi di carta creati in merito a questa disciplina.


Nel suo romanzo Giuseppe Lago ci conduce in una lettura più sofisticata, più elegante. I personaggi che, spesso, sono dramatis personae agiscono come se la pagina fosse un palcoscenico, sono ben definiti e l’occhio del narratore non pare essere per nulla cattedratico anzi… direi che si tratta di un romanzo piacevole da leggere e che ci consegna, ancora una volta, infiniti interrogativi.


Iuri Lombardi


Brani estratti dal romanzo di Giuseppe Lago, La Fuoriuscita (Alpes Italia, 2017):


Ancora sdraiata sul lettone, Martha sorseggiò il suo tè, pensando alla nuova prospettiva che si era aperta con il dott. Spada e si sentì rassicurata, considerando con piacere che l'indomani aveva il turno di pomeriggio e poteva dormire fino a tardi. Il citofono si fece sentire e Martha si girò verso il piccolo video accanto al letto e, premendo il pulsante, inquadrò la faccia preoccupata di Diego. - Perché sei venuto? Che vuoi? - disse Martha con tono lamentoso. - Devo parlarti... poi non ti darò più fastidio... fammi entrare, per favore! - chiese Diego con la voce malferma. Si ritrovarono così nel soggiorno di Martha, una stanza circolare con due poltrone e un divano e un tavolo rotondo al centro. Alle pareti erano appese circa dieci tele dipinte dalla padrona di casa, e già esposte in una mostra personale che si era tenuta l'anno precedente. Quella serie di dipinti densi di chiaroscuri aveva come tema il centro storico della città, ossia l'ambiente che circondava la sua casa, interpretato con una particolare originalità. Tra l'altro, erano stati molto apprezzati da due visitatori della mostra, i quali avevano acquistato ciascuno una tela di medie dimensioni. Diego, al quale erano piaciuti i quadri durante l'esposizione, non aveva ancora visto l'effetto delle tele nel soggiorno che ben conosceva e, appena entrato in casa, rimase un po' a osservarle. - Siediti, vuoi del tè? - chiese Martha, contenta di vederlo assorto sui suoi quadri. Diego si accomodò su una poltrona, quasi stanco come uno che viene da un lungo viaggio. - Grazie, mi aiuterà a dirti quello che sento... e che non riesco a trattenere dentro di me [...]

***

- Non capisco cosa c'è da aggiungere... - disse Martha, riluttante a riprendere un discorso che immaginava. Diego iniziò il discorso come se non fosse lui ad avere chiesto quell'incontro ma il contrario. - Appari calma...ma non lo sei, Martha...non capisci che questo tuo "scappare" denota la tua rabbia e il tuo rancore...? - Ma se non ti ho fatto nemmeno una scenata...! - provò a dire Martha - Cosa avresti detto se ti avessi preso a calci sugli stinchi... o ti avessi strappato i capelli? - No...non sto parlando di me... - protestò Diego - con me sei stata perfetta... non so come ripeterti che ti voglio bene...e ti apprezzo per la serietà con la quale hai accettato la mia scelta... - E per chi stai parlando, allora...? - lo interruppe ironica Martha - Per la bella abitante di villa Incom...? È lei che risente della mia "rabbia"...e del mio "rancore...? Diego sfoderò una dolcezza e un modo suadente che non gli era mai stato usuale. - Lei ti conosce, Martha...non dovresti sottovalutarla... Se ha sentito la tua rabbia e il tuo odio... non puoi stendere su questo un velo... e mostrare la tua flemma, ostentando indifferenza... - Cioè, la grande psichiatra si prende il mio uomo... - riprese con sarcasmo Martha - e poi pretende che io me ne stia buona buona...a farmi interpretare la rabbia e l'odio?...Lo sai che ti dico...? Non sono arrabbiata, sono indignata...!- Poi si fermò alcuni secondi, prese una sorsata di tè e ricominciò quasi a riflettere ad alta voce. - Già, a villa Incom l'unica che si può indignare è lei... e i motivi sono sempre gli stessi...nperché allora la licenziarono... perché il suo libro lo leggono solo i suoi adepti...perché il partito non le propone una candidatura... perché per i suoi colleghi è solo una parolaia che vive di espedienti... etc. etc. Da molto tempo questi discorsi mi hanno stancato...! Qualcuno deve avvisare questa donna che non esiste solo lei al mondo... ma un'infinità di persone... una piccola parte della quale lei vorrebbe appiattire col suo schema... invece dovrebbe aiutare la gente, se ne è capace... a trovare la giusta realizzazione... secondo una modalità personale e non ispirata dalle sue fissazioni! Diego era colpito dalla veemenza di quelle parole pronunciate con calma.


- Martha, ti metti a discutere il metodo di Adele adesso...? Martha continuò in modo sarcastico ma divertito e morbido, sdraiandosi sul divano e accostando alle labbra la tazza con l'ultimo sorso di tè. - Beh, che vuoi dire che Adele è infallibile...? Che tutto quello che dice... e che fa è insindacabile? Lei che parla così male del Papa... mostrando il suo anticlericalismo da mangiaprete di altri tempi...si appella forse al dogma dell'infallibilità...? - Dico... Martha? Ma che c'entra? Adele è una professionista...lei parla per esperienza...in fondo è il suo mestiere! - osservò Diego, fissando le belle gambe di Martha che la felpa viola lasciava scoperte. Martha sorrise e si raggomitolò sul divano scuotendo la testa. - Questa poi...! Professionista sarebbe una che si porta a letto gli uomini delle sue pazienti...o semplicemente si porta a letto più di un suo paziente... d'accordo uno per volta... Già, non ne fa un mistero... perché tutti devono vedere come si muove la "gran donna"... in una relazione "coincidente", fatto sta che in otto anni ne ho visti al suo fianco almeno tre del "gruppo Incom" [...]

***

Martha si presentò puntualmente. Aveva i capelli raccolti e indossava un tailleur scuro che le stava a pennello come una divisa e che a Livio fece un certo effetto, nel senso che la trovò bellissima e l'accolse con un'espressione un po' incantata. - Mi scuso per la tenuta... - disse Martha accomodandosi sulla poltrona di pelle - vengo dal lavoro... - Evidentemente, sul lavoro hanno deciso di sfruttare la sua immagine...se la fanno vestire in modo così elegante...! - rispose Livio, cercando di nascondere l'ammirazione dietro il gioco di parole. - Grazie, fa sempre piacere nascondere quello che non è bello da vedere...dietro una facciata che gli altri trovano da ammirare... - aggiunse Martha, senza rendersi conto di aver smascherato Livio. - A me però può mostrare questa che lei considera una parte non bella... – la incoraggiò Livio.

- Sono terribilmente confusa... mi sento in colpa anche per lei... so che andrà a villa Incom e non vorrei che si fosse mobilitato a causa mia...- disse Martha, guardando Livio negli occhi per cercare una conferma. Livio cadde dalle nuvole. - E come ha fatto? Non ne ho parlato con nessuno... oppure Chiasso le ha detto...vi siete sentiti? - Per niente! Non è Chiasso che me l'ha detto... - protestò Martha - L'ho saputo da Anna, si ricorda...? La mia amica del "grande gruppo", nonché lavorante nel mio albergo. Livio pensò di incoraggiare indirettamente le confidenze di Martha.


- E come è possibile che già lo sappia Anna...? Ha una relazione con Chiasso...? - No, per carità, non lo può vedere! - disse Martha sorridendo, un po' più rilassata di fronte all'imbarazzo di Livio - Anna, però, è un'ottima amica di Marinella... il che le permette di conoscere i dettagli di tutte le persone del "grande gruppo" e, come vede... anche di quelle in arrivo... Livio tentò di decifrare le dinamiche del "grande gruppo". - E come mai lo ha detto a lei? - Naturalmente non sa che io vengo qui... - spiegò Martha - però continua a tenermi aggiornata sulle novità di villa Incom...convinta che prima o poi ci ritorno... - Certo, non demorde...e Diego...? - chiese Livio, interessato a discutere i dettagli sulla relazione tra Diego e Adele. Martha assunse un'espressione malinconica. - L'ho visto la scorsa settimana, dopo la seduta...insisteva per farmi tornare...penso che ci fosse dietro anche Adele...la quale sembra che ci tenga parecchio al mio "rientro"... - Glielo posso confermare... - affermò Livio con tono rassicurante - Ieri ho incontrato Francesco Chiasso ed ho ottenuto delle confidenze di prima mano... Martha sembrò preoccupata e nello stesso tempo lusingata di aver trascinato Livio nelle sue vicende. - Ha fatto tutto questo per me...?


- Mi piace fare bene il mio lavoro... - disse Livio con determinazione - e per questo devo sapere come stanno le cose veramente, se voglio aiutarla... - Chiasso le ha parlato di me...? Che le ha detto? - chiese Martha con impazienza. - Nulla che già non sapessi... - rispose Livio - Mi è sembrato dispiaciuto che lei abbia interrotto le sedute... La cosa interessante, invece, riguarda proprio il motivo principale di questa strana insistenza... a far ritornare lei in seno al "grande gruppo".... Martha diventò pensierosa. - Me lo sono chiesta anch'io...Credo che sia la prima volta, da quando io frequento villa Incom, che Adele si affanni così tanto per trattenere una persona del gruppo che decide di andarsene...Anzi, nel corso degli anni, ho visto spesso lei stessa minacciare e talvolta mettere in pratica l'espulsione dal "grande gruppo"...di qualcuno che non partecipava al lavoro comune come lei avrebbe voluto... A Livio sembrò il caso di rielaborare l'intera vicenda. - Mi sembra che questa volta lei, Martha, l'ha preceduta...e comunque, uscendo fuori dal gruppo, ha tolto ad Adele la possibilità di "drammatizzare" il suo conflitto coram populo...cioè dichiarare di fronte a tutti che la sua fosse una reazione incongrua o comunque immatura... 38 Martha scosse la testa e una ciocca dei suoi capelli annodati le scivolò sulla fronte.


- Continuo, però, a non capire il perché di questo accanimento con me... In fondo potrebbe liquidarmi come fa spesso, dicendo che manco di "essenza vitale" o di "armonia psicofisica"... quindi non sono buona per "la sua ricerca"... Nel "grande gruppo" c'è un viavai continuo...gente che partecipa a qualche seduta, o per qualche anno e poi si dilegua... Viceversa, altri che a villa Incom ci fanno le radici e, penso, non se ne andranno mai... Perché la mia fuoriuscita li agita tanto..? Livio mostrò una certa soddisfazione. - Il motivo lo so io, cara Martha...! Hanno paura che lei sputtani Adele...ora che potrà godere di un'attenzione che mai aveva ottenuto prima...! - Glielo ha detto Chiasso...? - chiese Martha, improvvisamente svegliata dal suo torpore malinconico.


- Già! Ed è il motivo per cui ho scelto di varcare il cancello di villa Incom...proprio domani alle 17...! - rispose Livio con un'aria quasi trionfante - Domani non sarò il solo a entrare a villa Incom per la prima volta... Insieme a me gireranno il famoso albero... la giovane erede del magnate della tv, Lonzetti... e nientemeno che Maria Letizia Prati, il ministro dell'istruzione...! Martha sgranò quei suoi begli occhi neri, ancora più in evidenza, dato il trucco che metteva quando era di turno. - Cosa? La Prati? Sono riusciti a coinvolgerla...? Ecco cosa teme Adele...! Che io le rovini la festa! Che mi metti a strepitare e le faccia perdere almeno metà dei consensi che sta ottenendo... - Esatto! - disse Livio, amabilmente preso da questo dialogo e dagli occhi di Martha - Le posso confermare che Chiasso e gli altri del "cerchio magico" intorno ad Adele... farebbero di tutto per avere la certezza che lei, pur essendo fuoriuscita... si comporterà con discrezione... sanno che la posta è alta...! Martha allungò le sue belle gambe per distendersi sulla poltrona.


- Adesso capisco meglio...! Lucy Lonzetti, addirittura la conosco, fa la psicoterapia con Gianni Vago...Il padre le fa gestire quel programma culturale dove si presentano libri...non so se ha mai visto "Volume tv", lo stesso programma dove Adele è andata a presentare la terza edizione di "Elementi di psicoscienza"... - Come ha fatto a conoscerla? - chiese Livio. - L'ho conosciuta in albergo, per caso...poi la solita Anna me l'ha indicata, raccontandomi tutti i dettagli...e dopo ho fatto il collegamento con un episodio che al solo pensarlo mi angoscio...


- Strano, pensavo le facesse più effetto la Prati... - osservò Livio con interesse - invece la storia della Lonzetti sembra più intricata, a quanto pare! Martha rimase un po' a fissare un punto della stanza alla sua destra. - Direi nefanda e, alquanto indegna... - disse quasi tra sé e sé - Vuole sapere perché? - Di questo non so nulla...- ammise Livio - Chiasso mi ha messo al corrente dell'importanza dell'arrivo al gruppo della Prati... per le ovvie conseguenze di immagine e di prestigio che la cosa rappresenta... Ma della Lonzetti mi ha solo riferito il fatto che fosse figlia del padrone di Telebus e che faceva la psicoterapia con Vago. Nient'altro... Martha scandì le parole con un tono grave.


Il volto di Martha si distese in un sorriso difficile da dimenticare. - Sapevo che avresti capito...voglio raccontarti un sogno di stanotte che mi ha turbato... Ero tornata un'altra volta a villa Incom...ricordo che il cancello era socchiuso ed era quasi l'ora che la seduta di gruppo stava per cominciare... Mi mettevo a correre, attraversando il giardino e passando accanto alla quercia del "test dell'albero", e mi ritrovavo dentro il salone, che stava in penombra ma...non c'era nessuno... nessuno, solo sedie vuote... Ad un tratto sentivo qualcosa, come di gente che parlava al piano di sopra...poi avevo la chiara sensazione di sentire Adele che rideva e parlava animatamente con qualcuno... Allora, non esitavo a salire, anche se sapevo che era il suo spazio privato... Percorrevo gli scalini quasi di corsa, entravo nel corridoio che portava alla camera di Adele, sempre seguendo quella risata ed un vocio intorno, come se ci fosse molta gente intorno a lei... Raggiungevo la stanza e spalancavo la porta pensando di trovarvi molte persone...e invece non c'era nessuno... solo un megaschermo acceso nel quale scorrevano le immagini di una scena vista e rivista tante volte su youtube... ossia quella del convegno dove Adele si era alzata e aveva baciato con impeto la sua interlocutrice, suscitando chiasso e scalpore intorno a lei... Alla sorpresa, seguiva un forte senso d'angoscia che rapidamente si trasformava in paura... anche perché all'improvviso era venuta la notte e un vento gelido soffiava, facendo vibrare gli infissi e facendo sbattere qualche persiana...


Mi ritrovavo a correre vorticosamente per uscire dal cancello...ma si era maledettamente chiuso, per cui mi mettevo a scalarlo con la paura di cadere e di non farcela più a scappare... Infatti, appena saltata dall'altra parte, mi ritrovavo per terra, preoccupata di stare al buio da sola... Ad un tratto, però, scorgevo qualcosa di familiare...Appoggiata su un muretto a secco nei pressi della villa, vedevo la bicicletta sulla quale mio padre da piccola mi portava, seduta sul manubrio, a passeggiare in campagna... Allora, mi alzavo, la inforcavo e mi mettevo a pedalare con la sensazione di un vento caldo che mi batteva la faccia...la sveglia suonò proprio allora... cioè stamattina... Livio aveva ascoltato con molta attenzione e interesse il racconto del sogno. - Impeccabile! Hai fatto una splendida sintesi di quello che hai capito di Adele... e del "grande gruppo"... come mi hai detto a parole un'altra volta... Martha lo guardò con un sorriso enigmatico, e sbottò.


- Tiene solo a quello...! Non gliene importa tanto della gente... sono mezzi, strumenti per le sue uscite di fronte alla massa mediatica...ecco perché non c'è nessuno a villa Incom nel sogno... solo lo schermo che riproduce la sua performance... il colpo di scena a effetto che capovolge la sua precedente immagine di psichiatra omofoba... Tutto questo a vantaggio della notorietà, non certo della coerenza... Livio si rivolse a Martha con un tono discreto e amichevole.


- Come hai fatto a non accorgertene prima? Eppure, immagino che ne hai avute di occasioni... Martha afferrò la massa dei suoi capelli legati e ne fece scendere una lunga ciocca sulla spalla. - Posso spiegarmelo in un solo modo... Il carisma di Adele è collocato fuori di lei, e sta nei cerchi concentrici del gruppo dal quale si fa circondare... Capisci? Non è tanto lei che ti trascina, anche se fa di tutto per apparire splendida e superiore... È quell'amalgama di gente qualunque che spera in lei e conferma i suoi principi...accettando di diventare come lei vuole, ossia una specie di clone con almeno un decimo del suo splendore... della sua sicurezza... della sua intelligenza e del suo arido cinismo travestito da stile [...]

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